Audemars Piguet
Dizionario: Storia > Marche -
Audemars Piguet
Audemars Piguet
Era il 1986 quando Audemars Piguet realizzò il primo modello da polso al mondo con tourbillon e movimento meccanico automatico, dimostrando straordinarie potenzialità tecniche in linea con la propria ultracentenaria tradizione. Le grandi complicazioni hanno sempre costituito una sfida per la Maison di Le Brassus ma si rimane ugualmente stupiti di fronte al singolare ed impegnativo connubio tra cronografo e tourbillon, ossia tra tempo sportivo e tempo dal sapore antico. Un piccolo capolavoro a cui abbiamo abbinato il nuovo Jules Audemars Globe, dove brilla il nuovo meccanismo automatico firmato Audemars Piguet. Il 17 dicembre del 1881 Jules Audemars ed Edward-Auguste Piguet si presentarono di fronte al notaio del distretto de La Vallée, presso Le Sentier, per procedere alla fondazione della società “Audemars , Piguet & Cie” (l’azienda, comunque, fa risalire l’avvio dell’attività al 1875, anno in cui Jules Audemars aprì il proprio laboratorio per la fabbricazione di ébauches destinate ad orologi complicati): il capitale sociale era formato da diecimila franchi, messi a disposizione da Piguet e da 18 movimenti forniti da Audemars. La grande complicazione costituì, fin da subito, la carta d’identità della Maison, visto che nel 1882 realizzò un modello da tasca con cronografo sdoppiante, ripetizione minuti e calendario perpetuo, nel 1892, l’orologio n. 2416 entrò nella storia come primo esemplare da polso dotato di ripetizione minuti e, circa un secolo dopo, nel 1986, confermando un’ulteriore specializzazione nel meccanismo ultrapiatto, la Casa lanciò un doppia importantissima “world première”: segnatempo da polso con movimento automatico dotato di regolatore tourbillon a un minuto, all’epoca, il più piccolo ed il più sottile (4,8 mm) calibro di quel tipo. La gabbia del tourbillon era realizzata in titanio, metallo leggero e molto difficile da lavorare e, per mantenere contenuto lo spessore generale della cassa la superficie posteriore della stessa era preparata “a platina” ed accoglieva lo scasso necessario allo scorrimento del martello oscillante. Fu un orologio che, probabilmente per il suo aspetto estetico un poco fuori dagli schemi (cassa di forma dagli angoli arrotondati, tourbillon posto in prossimità dell’11 per motivi tecnici e quadrante inciso con decisione à soleil), non spiccò più di tanto tra gl’innumerevoli primati della Maison. Se ne riparlò nel 1991, quando il medesimo schema meccanico venne ripreso per produrre il calibro 2875, con massa inerziale oscillante a martello e ammortizzatori elastici di fine corsa, gabbia del tourbillon in titanio ed aggiunta dell’indicazione della data e della riserva di carica (l’incremento di spessore fu di soli 0,9 mm): la corona di regolazione continuava ad essere posta sul fondo della cassa. Il tutto venne adattato questa volta sulla cassa Jules Audemars, assolutamente classica, conferendo grande enfasi all’apertura del tourbillon al 6, con indicazione ore/minuti simmetricamente decentrata al 12, data analogica al 3 e riserva di carica al 9. Questa splendida cassa ha ospitato anche il tourbillon Cabinet, con calendario perpetuo e ripetizione minuti. Ecco, quindi, che per una Casa tradizionalmente votata alla sperimentazione continua di nuove soluzioni ed al progresso generale della tecnica applicata all’orologeria, non avrebbe dovuto stupire più di tanto la proposta di un modello che associa al tourbillon il dispositivo cronografico. Evidentemente, solo in qualche caso, la capacità di un segnatempo di sorprendere può nascondersi in dettagli insospettabili, tali da interpretare in modo diverso ed accattivante la compassata espressività di una duplice complicazione. E così la collezione Jules Audemars ha trovato nuova linfa, una “leggerezza” ed una semplicità apparentemente lontane dai 125.000 € necessari (nella versione fotografata in oro rosa) per acquistarlo, grazie a soluzioni estetiche associabili ad un prodotto sportivo e quotidiano. Ben inteso, la versione classica del Tourbillon Chronographe con numeri romani applicati e lancette a foglia merita la considerazione dell’orologio di elevatissimo livello qual è, ma le sensazioni offerte da un quadrante nero con numeri arabi sovradimensionati luminescenti, lancette a gladio scheletrate e luminescenti nella parte terminale, graduazione della scala dei secondi cronografici centrali a un quinto di secondo e chemin de fer a sottolineare il piccolo contatore dei minuti crono, danno un ulteriore plus al modello e si esplicitano in tutta la loro chiarezza una volta indossato lo stesso al polso. In questo modo la netta prevalenza estetica del tourbillon lascia un evidente spazio alla funzione cronografica non relegandola più in secondo piano ma dando un equilibrio tutto particolare ad un grande complicato in cui, molto spesso, la difficoltà maggiore, oltre a quella tecnica è l’organizzazione grafica delle indicazioni sul quadrante.
Ricerca nel dizionario
+ -
con immagine con video

Dizionario

Termine da ricercare